Cattolicesimo e fenomenologia

Una mia recensione al Edward Baring, Converts to the Real: Catholicism and the Making of Continental Philosophy, Harvard University Press 2019 uscita sul sito “Phenomenological Reviews” (reviews.ophen.org)

“Lo scopo di questo volume è di mostrare il ruolo nascosto giocato dal cattolicesimo nel successo e nella diffusione della fenomenologia. Le connessioni e i rapporti tra la corrente di pensiero inaugurata da Edmund Husserl e i pensatori e le istituzioni cattoliche del Novecento, infatti, sono molteplici e di diversi livelli. Si pensi a Martin Heidegger e ai suoi studi di filosofia medievale e di teologia, o a Edith Stein, protagonista di un percorso per certi aspetti speculare: il primo procede infatti dal cattolicesimo ad una fenomenologia metodologicamente atea – per cui l’espressione “filosofia cristiana” è notoriamente un “ferro ligneo”; la seconda muove invece dalla fenomenologia – orgogliosamente atea – al cattolicesimo. Ma si pensi anche, ovviamente, a Max Scheler, che contemporaneamente alle riflessioni sulla fenomenologia sviluppa le sue prospettive religiose, gravitanti attorno alla chiesa cattolica, di cui si fa promotore e da cui poi si allontana. Oppure, per risalire sino alle origini e alla preistoria della fenomenologia, si pensi a Franz Brentano, sacerdote e studioso di Tommaso d’Aquino, oltre che ispiratore e maestro di Edmund Husserl. Ma si pensi anche a Karol Wojtyła, formatosi allo studio di Max Scheler e su cui giocò un’influenza rilevante anche il pensiero di Roman Ingarden […]”

Qui il testo completo

 

 

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