Questo post di Andrea Colamedici su Tlon contiene uno spunto molto brillante, ma che forse può essere approfondito. La tesi che il sovranismo sia una vera e propria religione è affascinante. Ma se, come fa Colamedici, la religione viene definita solo a partire dal fatto che si tratta di una struttura che organizza la realtà, rispondendo al bisogno di rassicurazione e ordine di fronte al caos, la religione diventa indistinguibile dalla politica. Si è parlato infatti di religione secolarizzata per tutti i modelli di politica totalizzanti, per il fascismo e il nazismo che avevano una loro mistica, ma anche per il marxismo; e pure per le democrazie si è usata la categoria di religione civile. Ogni forma di politica è un tentativo di avere un potere sulla realtà, sulla sua complessità, sul caos. Il sovranismo, allora, sembra piuttosto la pretesa di rendere semplice e immediato questo controllo sulla realtà. Ossia una scorciatoia. In questo senso, il sovranismo non è una religione, ma piuttosto somiglia alla magia (o quantomeno ad una sua modalità specifica). Non a caso si lega a quegli aspetti della religione che più hanno a che fare con questo aspetto. Sovranismo è “pieni poteri”, dominio completo – magico – della realtà. Ma la religione può essere l’opposto: non potere, ma servizio. Se religione ha a che fare con il servire – e non con il potere – è il contrario dell’essere sovrani (e forse anche della politica).
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